La storia dell'isola


Chi abitò sull'isola

La Nuova

Domenica 23 giugno 1985 pag 19

SPECIALE/Referendum tra i bambini

 

Lo sbarco dei “pirati”

   

Un angolo di laguna tutto da scoprire, dalle vecchie casematte al rigoglioso frutteto.

Un’oasi di verde e di pace che torna alla vita

 

PER CINQUE partecipanti alla festa dell'isola di Campalto si trattava di un ritorno. Erano Rosa e Gilda Simionato, abitanti dal 1930 al 1936. Amadeo, Sandra, Norma Padoan vissuti nell'isola del Tesoro dal 1946 al 1954.

 

Le sorelle Simionato hanno invano cercato la fontana. Si trovava a pochi metri dagli alberi, proprio dietro, dove si stendeva la biancheria, - si ricordavano con precisione.

L’isola dopo mezzo secolo é notevolmente cambiata. La fontana non c'era più. Con ogni probabilità è stata sommersa dai detriti. La stessa sorte, sparite per sommersione, é andata alle rive in marmo d'lstria che circondava per intero l’isola.

Piastrelle di tipo palladiana – confida Gilda - andavano tutt’attorno Campalto. Le dimensioni non sono pìù quelle di cinquant’anni fa.

L’Isola si è come minimo quadruplicata. Il Catasto dà ancora come superficie ufficiale 4950 metri quadrati . In realtà oggi sono due ettari di isola piena di verde.

Le due sorelle Simionato hanno voluto a piedi fare il giro completo dell'isola. Dietro la casetta dei conigli c'é ancora una piccola collinetta piena d'alberi. Una piattaforma di cemento fa ricordare a Rosa il posto dove ci si ristorava la sera e qualche volta si ballava..

 

Si scende sulla riva, oggi purtroppo piena di scoasse, le due.sorelle si ricordano con precisione dove sorgeva la caserma dei militari e la casetta degli ufficiali, dove abitavano.

 

«Qua dentro custodivamo i pulcini» - indica Rosa, mostrando un piccolo bunker fatto di mattoni. L’erba é alta. L’isola oltre ai peschi selvatici, ha dei prugni, delle acace, alberi di fichi, sambuchi, filolacche americane, piante simile ai sambuchi, abbastanza infestanti, che fanno assomigliare l’isola ad una foresta tropicale. 
 

Amadeo, Sandra, Norma Padoan sono tre dei cinque fratelli che hanno abitato in isola per ben otto anni. 
Si potrebbe tranquillamente scrivere un libro - dice Amadeo, 50 anni - quando passi la tua infanzia in questo posto, incantevole sotto certi aspetti, duro se ricordi avventure meno piacevoli, la tua vita vissuta rimane ancora tra questo verde in mezzo alla laguna. Sandra aveva due mesi quando è arrivata in isola, ricorda che una volta, piccolina, l'avevano data per dispersa.

 

«Quando avevo sedici anni - racconta Amadeo, che ora fa parte della Remiera Canal Salso - ero in sandolo alla valesana. 
Ad un certo punto é venuta gia una nebbia incredibile. Pensavo di raggiungere l’isola al più presto, ma ho perso il senso dell'orientamento. Voga e, voga. Niente. Era inverno e faceva freddo. Per non morire assiderato mi sono comandato di vogare tutta la notte. Solo al mattino, alle prime luci, ho capito dove mi trovavo e sono tornato a casa. 
Mia mamma aveva adottato un sistema ingegnoso. Quando calava la nebbia si metteva con un pentolone e con il mestolo a suonare a mo' di campana.

Bastava quel rumore impercettibile per orientarsi in laguna e tornare in isola».

Ricordano ancora, i fratelli, come il padre coltivava i carciofi per farli crescere il più possibile. Arricchiva il terreno e circondava letteralmente i fusti delle piante con granchi morti, intrappolati nelle reti da pesca. Era da un contadino di Mazzorbo che aveva imparato quell'arte.

 

M.C.

 

tratto da: circolovelicocasanova.provincia.venezia.it

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1968
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